Giusto affidare incarichi a compari e comparielli nella città di “Culonia”?


Pupazzo di neve carino
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Quando una scelta è inopportuna o al limite legalità.

È moralmente giusto o no affidare incarichi a parenti di Consiglieri comunali o assessori, ad amici e a candidati non eletti in una lista della coalizione vincente?

Questa è la domanda che da qualche tempo mi gira nella testa. La risposta che mi sono dato è stata, al di là della legalità di tali affidamenti e delle convinzioni politiche che ognuno ha, che non mi sembrava per niente giusto.

Esempio

Supponiamo, per assurdo che nella città di “Culonia” siano da affidare 100 incarichi nello stesso settore e che questi venissero affidati ad un numero limitatissimo di persone ed alcuni di questi fossero la moglie, marito, figlio, fratello o cugino di un consigliere o un assessore e qualche candidato o candidata non eletti in una lista che ha sostenuto la coalizione vincente, come giudichereste una scelta genere?

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Supponiamo, inoltre, sempre per assurdo, che questi siano stati individuati secondo un invito indirizzato, ad esempio, a 20 professionisti, ditte o altro invitati, di questi solo 10 rispondano e solo 5 siano giudicati idonei a svolgere gli incarichi.

Come giudichereste tale procedura? Io la giudicherei senza ombra di dubbio quanto meno ingiusta.

Ho pensato più volte a questa ipotesi e, per quanto mi sia sforzato di trovare una plausibile giustificazione, proprio non sono riuscito a digerire il metodo tale metodo di scelta come giusto.

Mie motivazioni

Sono diverse, infatti, le ragioni per le quali se fossi amministratore non opterei mai per quella tale scelta.

Una tra tutte riguarda l’enorme numero di professionisti presenti sull ipotetico territorio di “Culonia” che non avrebbero alcuna possibilità di poter ottenere un incarico anche in possesso dei requisiti. Mi è balzato alla mente anche un motivo ostativo non di poco conto che nel caso un incarico fosse affidato ad un parente di un amministratore o di un consigliere andrebbe contro il dettato del D.P.R. 239 del 2010, articolo 8, comma 1 e 2.

Non solo un metodo così fatto, a mio parere, è irrispettoso dei cittadini della nostra città immaginaria di “Culonia” che votando avrebbero voluto che il lavoro girasse su tutti e non solo sui figli della gallina bianca.

Se dovessi trovarmi nella posizione di dover operare un atto di indirizzo non adotterei mai l’invito, bensì opterei per un atto nel quale andrebbero indicati tutti i requisiti richiesti ed il fine sarebbe la formazione di una short list a scorrimento di professionisti. In questo modo, sicuramente più democratico, il lavoro sarebbe equamente ripartito e lo farei per ogni categoria.

Non solo se la Giunta di “Culonia” optasse per questa scelta vorrebbe dire che il Sindaco sarebbe solo della sua parte politica nemmeno dei “culoniesi” che lo hanno votato.

Beh penso di avervi tediato abbastanza con i miei vaneggiamenti di “Culonia”, ma sono certo però che ogni persona di buonsenso si rivolterebbe se nella propria città avvenissero scelte secondo criteri che non sono proprio il massimo della democrazia e della giustizia.

Buon Natale

P.S. Ogni riferimento a persone reali, fatti  accaduti realmente e al nome della città è puramente casuale.


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