Meno male che i rapporti tra Santa Sede e il Governo sono ottimi
Come al solito non si capisce più nulla, è iniziata la solita campagna di stravolgimento nella quale, questa volta è finito "l'Avvenire" nella persona del suo direttore, che a quanto sembra, sta subendo strani attacchi diffamatori da parte di un altro giornale ovvero "il Giornale", che ha pubblicato dei falsi inviati da un anonimo (ancora per poco) diffamatore, sta di fatto però che la sentenza patteggiata esiste ed è un fatto reale quello che non è vera è l'informativa che sembra essere una lettera anonima, ma di questo se ne occuperanno coloro che sono deputati alle indagini perché sicuramente vi saranno strascichi giudiziari.
Sarebbe stato molto meglio per Boffo se non ci fosse stata la sentenza patteggiata: si sarebbe potuto difendere meglio.
Questa vicenda sta divenendo, con il passare del tempo, assai bizzarra: da un lato il Governo dice che i rapporti con la Santa Sede sono ottimi dall'altro "il Giornale" organo di stampa molto vicino al Governo getta fango sul direttore del giornale dei vescovi, colpevole, agli occhi dell'opinione pubblica, di aver criticato sommessamente i discutibili costumi del Premier. La domanda sorge spontanea: come si definiscono i buoni rapporti?
Quello che appare vergognoso è l'usanza, rafforzatasi negli ultimi anni, di creare fronti partigiani tra i gli organi di stampa e di considerarsi tra loro nemici, perdendo di vista che il giornalista non è un politico.
Sarebbe stato molto meglio per Boffo se non ci fosse stata la sentenza patteggiata: si sarebbe potuto difendere meglio.
Questa vicenda sta divenendo, con il passare del tempo, assai bizzarra: da un lato il Governo dice che i rapporti con la Santa Sede sono ottimi dall'altro "il Giornale" organo di stampa molto vicino al Governo getta fango sul direttore del giornale dei vescovi, colpevole, agli occhi dell'opinione pubblica, di aver criticato sommessamente i discutibili costumi del Premier. La domanda sorge spontanea: come si definiscono i buoni rapporti?
Quello che appare vergognoso è l'usanza, rafforzatasi negli ultimi anni, di creare fronti partigiani tra i gli organi di stampa e di considerarsi tra loro nemici, perdendo di vista che il giornalista non è un politico.
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