Le proteste studentesche e le risoluzioni sanguinarie
Caro blog,
in questo periodo chi si accinge ad andare alle manifestazioni deve essere molto attento perché alle dichiarazioni di Berlusconi che inaspriscono i toni tra manifestanti e forze dell'ordine, si aggiungono quelle di Cossiga che lasciano senza parole, soprattutto se a pronunciarle è un Senatore a vita e Presidente Emerito della Repubblica. A questo punto a mio avviso andrebbe cacciato via dal Parlamento per quello che ha dichiarato al quotidiano il "Giorno" il giorno 23 ottobre 2008 a pagina 5.
Incredibile la ricetta sanguinaria che viene data a Berlusconi che ha già i suoi problemi: "picchiare tutti senza pietà... anche le maestre...": quando ho letto l'articolo credevo che stesse scherzando, invece no, diceva sul serio con una freddezza da lasciare di sasso chiunque.
Paragonare gli studenti e docenti, che protestano contro una legge ridicola che tenta, tra l'altro, di dare il colpo di grazia alla scuola italiana, a semi di un nuovo brigatismo rosso è follia visionaria. Bisognerebbe prendere atto, invece, che la politica, con le sue scelte di strafottenza a vantaggio di pochi e a discapito di molti, ha provocato tutto questo.
Caro Macinino, sono due giorni che penso costantemente a questa dichiarazione, in fin dei conti, una idea me la sono fatta: queste dichiarazioni, sono il frutto della paura che dopo questo periodo di crisi le cose dovranno per forza cambiare se si vuole sopravvivere e questi signori, che fino ad oggi hanno fatto il bello e il cattivo tempo, come traspare dall'intervista a Cossiga, stanno per perdere il sorriso e la loro arroganza e tra poco capiranno di nuovo che sono a servizio dello Stato e non il contrario.
Basta con la "politica di professione", con gente che è sempre li e non molla la poltrona che, per non andare a casa a lavorare, ammettendo che abbia un lavoro, ha modificato la legge elettorale togliendo, di fatto, al cittadino la facoltà di scegliersi i candidati, selezionandoli da lista di convocati graditi ai vertici dei partiti.
Ti consiglio, caro Macinino, una buona lettura per capire ci sono questi politici cliccando qui.
in questo periodo chi si accinge ad andare alle manifestazioni deve essere molto attento perché alle dichiarazioni di Berlusconi che inaspriscono i toni tra manifestanti e forze dell'ordine, si aggiungono quelle di Cossiga che lasciano senza parole, soprattutto se a pronunciarle è un Senatore a vita e Presidente Emerito della Repubblica. A questo punto a mio avviso andrebbe cacciato via dal Parlamento per quello che ha dichiarato al quotidiano il "Giorno" il giorno 23 ottobre 2008 a pagina 5.
Incredibile la ricetta sanguinaria che viene data a Berlusconi che ha già i suoi problemi: "picchiare tutti senza pietà... anche le maestre...": quando ho letto l'articolo credevo che stesse scherzando, invece no, diceva sul serio con una freddezza da lasciare di sasso chiunque.
Paragonare gli studenti e docenti, che protestano contro una legge ridicola che tenta, tra l'altro, di dare il colpo di grazia alla scuola italiana, a semi di un nuovo brigatismo rosso è follia visionaria. Bisognerebbe prendere atto, invece, che la politica, con le sue scelte di strafottenza a vantaggio di pochi e a discapito di molti, ha provocato tutto questo.
Caro Macinino, sono due giorni che penso costantemente a questa dichiarazione, in fin dei conti, una idea me la sono fatta: queste dichiarazioni, sono il frutto della paura che dopo questo periodo di crisi le cose dovranno per forza cambiare se si vuole sopravvivere e questi signori, che fino ad oggi hanno fatto il bello e il cattivo tempo, come traspare dall'intervista a Cossiga, stanno per perdere il sorriso e la loro arroganza e tra poco capiranno di nuovo che sono a servizio dello Stato e non il contrario.
Basta con la "politica di professione", con gente che è sempre li e non molla la poltrona che, per non andare a casa a lavorare, ammettendo che abbia un lavoro, ha modificato la legge elettorale togliendo, di fatto, al cittadino la facoltà di scegliersi i candidati, selezionandoli da lista di convocati graditi ai vertici dei partiti.
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